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Trump la frittata dei dazi.

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Alessio Maria Bianzino
Consulente Finanziario a Vicenza
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Trump la frittata dei dazi.

Bianzino Consulente Finanziario di Banca Euromobiliare
Pubblicato da Alessio in Focus mercati · Martedì 18 Mar 2025 · Tempo di lettura 8:15
Tags: dazitrump

La frittata di Trump: come i dazi stanno ridisegnando i mercati finanziari globali

In un contesto economico globale già caratterizzato da incertezze geopolitiche e sfide inflazionistiche, la politica commerciale protezionistica di Donald Trump sta emergendo come un fattore determinante per i mercati finanziari mondiali. Come un cuoco che rompe le uova per fare una frittata, il presidente americano sta frantumando equilibri commerciali consolidati, con ripercussioni che si estendono ben oltre i confini statunitensi.

La nuova ondata protezionistica
Donald Trump sta avanzando a grandi passi verso l'imposizione di dazi a pioggia contro i principali partner commerciali degli Stati Uniti. Dopo aver fatto scattare dazi aggiuntivi del 10% contro la Cina per l'importazione di auto elettriche, il leader statunitense ha confermato la volontà di far scattare anche tariffe del 25% contro il Messico ed il Canada a partire da inizio aprile 2025.
Questa politica protezionistica, temporaneamente congelata in attesa di trattative volte a ottenere vantaggi economici o di altro tipo (immigrazione, traffico di droga), rischia di inasprire una guerra commerciale che copre sempre più prodotti e potrebbe raggiungere anche l'Europa, che ha già annunciato una politica di reciprocità.
"Le tariffe reciproche segneranno la fine del sistema commerciale multilaterale che gli Stati Uniti hanno messo in atto dopo la Seconda guerra mondiale", spiega Raphael Olszyna-Marzys, International Economist di J. Safra Sarasin. Secondo l'esperto, "è probabile che provochino ritorsioni" piuttosto che spingere altri paesi ad allentare le proprie barriere commerciali.

Effetti macroeconomici: crescita in frenata, inflazione in risalita
Secondo le più recenti previsioni dell'OCSE, la guerra commerciale di Donald Trump rischia di frenare significativamente la crescita mondiale e di riaccendere l'inflazione americana. L'organizzazione ha tagliato le stime sul PIL mondiale, che nel 2025 aumenterà del 3,1%, lo 0,2% in meno rispetto a quanto indicato a dicembre. Nel 2026, si fermerà al 3%, lo 0,3% in meno rispetto alle previsioni precedenti.
Quasi tutti i Paesi esaminati mostrano una frenata rispetto alle previsioni di pochi mesi fa, quando il presidente statunitense non si era ancora insediato alla Casa Bianca. Parallelamente, risalgono le stime sull'inflazione americana, vista al 2,8% nel 2025, lo 0,7% in più rispetto alle previsioni precedenti.
L'effetto sulla crescita sarebbe particolarmente forte per Canada e Messico, economie più dipendenti dal commercio con gli Stati Uniti:

- Per il Canada, la crescita dovrebbe rallentare allo 0,7% nel 2025 e nel 2026, con stime tagliate dell'1,3% per ciascun anno.
- Per il Messico, si prevede addirittura una recessione, con PIL in calo dell'1,3% nel 2025 (stime tagliate del 2,5%) e una contrazione dello 0,6% nel 2026.

Impatto sui mercati finanziari: volatilità e incertezza
I mercati finanziari tendono a reagire in modo diretto agli annunci sui dazi a causa dell'aumento dell'incertezza e della valutazione del rischio. Le azioni statunitensi, in particolare i titoli a grande capitalizzazione, hanno registrato una significativa volatilità durante la guerra commerciale USA-Cina del 2018-2019, con l'S&P 500 che ha perso il 5% nei giorni chiave degli annunci tariffari.
Lunedì 3 febbraio 2025, in seguito all'intenzione degli Stati Uniti di applicare dazi alle merci provenienti da Messico, Canada e Cina, le azioni globali sono scese e il dollaro è salito. Più tardi, lo stesso giorno, è emersa la notizia che i dazi su Messico e Canada non sarebbero stati applicati secondo il calendario originale, ma sarebbero stati sospesi per un mese, provocando una certa inversione della reazione del mercato.
"La reazione del mercato dimostra quanto sia difficile per gli investitori valutare politiche come quelle tariffarie", sottolineano gli analisti di Schroders. "I mercati finanziari non aspettano di scoprire tutti i dettagli prima di prezzare i possibili impatti e questo sta portando a un aumento della volatilità in tutte le asset class".
Nel medio termine, l'impatto dei dazi varia tra le diverse asset class:

Azionario: volatilità e pressione sugli utili
Le azioni tendono ad affrontare una volatilità marcata nel breve periodo poiché gli investitori reagiscono ai cambiamenti nelle politiche commerciali. Tuttavia, nel tempo, l'aumento dei costi, l'indebolimento della domanda e le ristrutturazioni aziendali riducono la crescita degli utili, incidendo sulla valutazione dei titoli.

Obbligazionario: benefici a breve termine, rischi a lungo termine
Le obbligazioni, in particolare i Treasury statunitensi, possono trarre beneficio dai dazi se questi contribuiscono a un rallentamento economico che spinge le banche centrali a ridurre i tassi di interesse per stimolare la crescita. Ciò può rendere più interessanti gli asset a reddito fisso.
Tuttavia, i rischi inflazionistici possono complicare le dinamiche del mercato obbligazionario. Se i dazi generano pressioni inflazionistiche durature, i rendimenti obbligazionari potrebbero aumentare poiché gli investitori richiedono rendimenti più elevati per compensare il rischio inflazionistico.

Valutario: dollaro forte, altre valute sotto pressione
Nei mercati valutari, i dazi possono influenzare significativamente i tassi di cambio alterando i saldi commerciali ed i flussi di capitali. Il dollaro si è nuovamente rafforzato in risposta alla minaccia dei dazi, mentre altre valute si sono indebolite per compensare la pressione competitiva.
La bilancia dei rischi in termini di politica monetaria statunitense si sta orientando verso l'assenza di ulteriori tagli dei tassi quest'anno, mentre altre regioni (Eurozona, Regno Unito) rimangono in modalità allentamento. Questo differenziale nei tassi di interesse, combinato con un "premio Trump" dovuto ai dazi e all'incertezza fiscale, contribuisce a mantenere forte il dollaro.

L'impatto sull'Europa e sull'Italia
L'Europa è la principale destinazione degli investimenti diretti americani nel mondo, mentre le aziende europee rappresentano quasi due terzi degli investimenti statunitensi. Un'escalation dei dazi potrebbe quindi rendere più difficile il commercio intra-aziendale, danneggiando le imprese su entrambe le sponde dell'Atlantico.
Secondo un'analisi della American Chamber of Commerce to the European Union, il valore totale degli scambi commerciali e degli investimenti bilaterali tra le due sponde dell'Atlantico ammonta a circa 9.500 miliardi di dollari all'anno. Solo nel 2024, il commercio di beni tra Stati Uniti e Unione Europea, inclusa la Gran Bretagna, ha raggiunto un record di 1,3 trilioni di dollari, mentre gli scambi di servizi hanno superato i 750 miliardi di dollari.
Per l'Italia, i dazi americani potrebbero avere un impatto significativo. Secondo le stime dell'istituto Prometeia, potrebbero costare alle aziende italiane tra 4 e 7 miliardi di euro. Le aziende europee potrebbero trovarsi in difficoltà nel trasferire prodotti finiti o componenti ai loro partner americani, mentre le imprese statunitensi rischierebbero di vedere ridotta la loro competitività sul mercato europeo a causa di potenziali contromisure tariffarie.

Strategie di adattamento e possibili sviluppi
Durante il primo mandato di Trump, la Cina è stata in grado di aggirare l'aumento delle tariffe facendo passare le merci attraverso Paesi terzi, tra cui il Messico. Tuttavia, il reindirizzamento delle merci sarebbe molto più difficile per il Messico e il Canada, dato che le merci viaggiano via terra. Ciò significa che l'impatto di questi dazi, se applicati, sarà probabilmente maggiore questa volta.
È probabile che la Cina svaluti la propria moneta per compensare l'impatto dei dazi, come ha fatto nella prima guerra commerciale. Le autorità saranno consapevoli del rischio che una valuta più debole esasperi il già debole sentiment interno, ma la rapida imposizione dei dazi aumenta anche la probabilità di un maggiore stimolo fiscale per sostenere la crescita interna.
Per quanto riguarda l'UE, finora non sono stati annunciati dazi specifici, anche se Trump ha già dichiarato di voler procedere in tal senso. Per le aziende dell'UE c'è il rischio che la Cina sconti i suoi prodotti venduti in Europa, viste le tariffe sulle esportazioni cinesi verso gli Stati Uniti.
Nel caso in cui la conversazione si sposti in Europa, è probabile che l'UE voglia negoziare un accordo prima che i dazi entrino in vigore. L'Europa potrebbe cercare di acquistare più armi e gas naturale liquefatto (GNL) dagli Stati Uniti per evitare l'imposizione di tariffe.

Conclusioni: una frittata dagli ingredienti incerti
La politica dei dazi di Trump sta creando una "frittata economica" i cui ingredienti e risultato finale rimangono incerti. Se da un lato il presidente americano si mostra disposto ad accettare il potenziale impatto economico negativo sul mercato azionario e sui prezzi al consumo per gli statunitensi, dall'altro le conseguenze globali di questa politica potrebbero essere più ampie e durature del previsto.
Come ha sottolineato l'OCSE, le previsioni per la crescita e l'inflazione si muovono nella direzione "stagflazionistica", con un indebolimento delle prospettive di crescita degli Stati Uniti accompagnato da un aumento dell'inflazione, e un risultato di crescita più bassa e inflazione più bassa per il resto del mondo.
La relazione economica tra Stati Uniti ed Europa è la più importante a livello globale e un conflitto commerciale prolungato avrebbe conseguenze pesanti per entrambe le economie. La prospettiva di un'escalation delle tensioni commerciali non solo aggraverebbe l'incertezza nei mercati, ma rischierebbe di compromettere le prospettive di crescita a lungo termine per aziende e consumatori.
In questo scenario di crescente incertezza, investitori e aziende dovranno adattare le proprie strategie, diversificare i mercati di riferimento e prepararsi a navigare in acque sempre più turbolente. La frittata di Trump è appena iniziata a cuocere, e solo il tempo dirà quale sarà il suo sapore finale.














Alessio Maria Bianzino
Consulente Finanziario P.Iva 04071650248 Corso Palladio 147, Vicenza 36100
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